La riqualificazione del davanzale e del cassonetto della finestra

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Caso esempio: un edificio degli anni ’50 con isolamento a cappotto

In un articolo precedente abbiamo affrontato la riqualificazione del nodo parete-infisso, oggi, invece, vogliamo mostrare alcuni modi per riqualificare il davanzale e il cassonetto della finestra.

Per farlo prendiamo in considerazione un edificio degli anni ‘50 dove è stato applicato un isolamento a cappotto e sono stati sostituiti i serramenti.  Le finestre sono state installate nella configurazione più tipica che si può trovare nella maggior parte degli edifici esistenti: ovvero posizionate sul bancale esistente in pietra e mantenendo il vecchio controtelaio a 3 lati in legno.

Il sistema finestra è costituito da infissi di ottima prestazione termica che sono stati posati in modo non corretto, quindi la prestazione globale del sistema si riduce fortemente.

Come vedremo in seguito questa soluzione non va a correggere l’evidente dispersione di calore che passa attraverso il davanzale della finestra (materiale ad altissima conducibilità termica).

Soluzioni per riqualificare il davanzale di una finestra

Posizionare del materiale isolante

La soluzione migliore sarebbe quella di sostituire il vecchio controtelaio in legno con uno a 4 lati e di togliere il bancale per posizionare sotto 3-4 cm di materiale isolante. Questa soluzione però è quella economicamente più onerosa, sia per le ore in più di manodopera e sia per via dell’installazione di un nuovo bancale, perché è quasi impossibile riuscire a smontare quello vecchio senza danneggiarlo irreversibilmente.

 Il quarto lato del controtelaio ha proprio la funzione di taglio termico del davanzale: impedisce il davanzale comunichi con l’ambiente interno. Nella fig.0 si può osservare la situazione in cui si trova la maggior parte degli edifici esistenti e di fianco quella tipica di un edificio di nuova progettazione.

sezione-muratura
Fig. 0- Confronto tra l’attacco della finestra rispetto a due edifici: uno degli anni ’50 e l’atro di nuova costruzione

Inglobare il bancale

Una soluzione semplice, economica ed efficace per gli edifici esistenti, è quella di inglobare il bancale con del materiale isolante – ad esempio poliuretano espanso rigido λ = 0,023 W/Mk – andando in battuta sul telaio fisso del serramento.

In questo modo si crea una continuità d’isolamento fra il cappotto esterno e la finestra. In commercio si possono trovare componenti prefabbricati, rifiniti in superficie con lamiera – anche con effetto marmo -, che possono essere realizzati su misura.

Osservando le isoterme di temperatura di figura 1 e 2, si nota il grande beneficio ottenuto. In prossimità dell’attacco tra il davanzale e la muratura, la temperatura passa da 11,6°C a 17,4°C.

analisi-termica-muratura
Fig. 1 – Analisi termica – muratura longitudinale, sezione verticale in prossimità del bancale, situazione ante intervento

In termini di ponte termico nella situazione esistente esso vale 0,718 W/mK. Mentre nella situazione post intervento vale 0,134 W/mK, con una riduzione maggiore del valore della trasmittanza dell’80%.

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Fig. 2. – Analisi termica – muratura longitudinale, sezione verticale in prossimità del bancale, situazione post intervento

Possiamo osservare il beneficio anche in termini di flusso termico. Nella condizione esistente è chiaramente visibile la concentrazione di flusso termico in corrispondenza del davanzale e si ha una potenza termica scambiata con l’esterno di 28 W.

Nella soluzione progettuale si vede come, in prossimità del davanzale, la distribuzione del flusso termico è più uniforme grazie alla continuità d’isolamento. La potenza termica scambiata con l’esterno è di 17 W, ovvero si ha una riduzione maggiore del 50% rispetto alla situazione esistente.

Come riqualificare il cassonetto dell’avvolgibile

La prestazione termica globale del sistema finestra può essere ancora migliorata prevedendo anche la coibentazione del cassonetto che contiene il rullo per avvolgere le tapparelle. In commercio si possono trovare cassonetti isolati termicamente.

Coibentare il vecchio cassonetto

La soluzione più economica è quella di coibentare il vecchio cassonetto con l’inserimento di pannelli in poliuretano espanso rigido di circa 3 cm di spessore, per creare la continuità d’isolamento termico con il resto della struttura.

La trasmittanza termica del cassonetto in legno passa così da 3,74 W/m2K a 0,64 W/m2K, una riduzione quindi dell’83%.

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Fig. 3. – Analisi termica – muratura longitudinale, sezione verticale in prossimità del cassonetto, situazione post intervento

In figura 3 e 4 si nota il beneficio che la soluzione progettuale apporta rispetto alla situazione esistente.

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Fig. 4. – Analisi termica – muratura longitudinale, sezione verticale in prossimità del cassonetto, situazione ante intervento

Analizzando la distribuzione delle temperature del cassonetto: si passa da 8,7°C a 16,8°C in prossimità dell’attacco con la muratura. Proprio l’attacco con la muratura è un punto critico dove spesso si ha la formazione di muffa. Ne vediamo un esempio in Fig.5.

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Fig. 5 – Formazione di muffa tra il soffitto e il cassonetto

Nella situazione post intervento non dovrebbe esserci questo rischio in quanto la temperatura è > 16,7 °C. In termini di dispersione di calore, la potenza termica scambiata verso l’esterno, in prossimità del nodo, passa da 78 W a 26 W e quindi si ha un calo del 67%.

Dunque, come abbiamo visto nell’articolo – scritto dal nostro Ing. Alex Nonni – la riqualificazione va fatta seguendo regole precise altrimenti può portare ad avere ancora problemi ancora più gravi come la formazione di muffa. E bisogna sempre valutare, oltre che l’aspetto energetico, anche la fattibilità e i costi.

Potrebbe interessarti leggere un altro articolo sul tema: Il ponte termico parete – finestra: il ruolo dell’isolante. Il prossimo mese approfondiremo i modi corretti con cui riqualificare di altri elementi della finestra.

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