Il Decreto Ministeriale del 26 giugno 2015 dal Ministero dello Sviluppo Economico NZEB – nell’Allegato 1, paragrafo 3.4 – dà la seguente definizione di NZEB:
Sono “edifici a energia quasi zero” tutti gli edifici, siano essi di nuova costruzione o esistenti, per cui sono contemporaneamente rispettati:
a) Tutti i requisiti previsti alla lettera b), del comma 2, paragrafo 3.3, determinati con i valori vigenti dal 1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici e dal 1° gennaio 2021 per tutti gli altri edifici;
b) Gli obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili nel rispetto dei principi minimi di cui all’Allegato 3, paragrafo 1, lettera c), del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.
Il Decreto Legislativo del 3 marzo 2011, n.28 attua la direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.
Ecco alcuni dei vantaggi degli edifici NZEB – edifici a energia quasi zero:
Le case passive devono essere pienamente autosufficienti e rispettare requisiti precisi per l’ottenimento della certificazione. Nel caso degli NZEB, invece, queste possono ricevere energia dall’esterno – esempio tramite teleriscaldamento – e i requisiti per la certificazione cambiano a seconda della zona climatica in cui si trova l’edificio.
Il tema dell’efficienza energetica è stato introdotto con il D.Lgs 192/2005, poi modificato dal D.L. 63/2013, che è divenuto la Legge 90/2013, in cui per la prima volta, come chiesto dall’EPBD si parlava di produzione di energia da fonti rinnovabili.
In seguito, con il D. Lgs 102/2004 del 4 luglio è stato introdotto un quadro di misure per la promozione e il miglioramento dell’efficienza energetica che contribuiscono ad ottenere entro il 2020 una riduzione di 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio dei consumi di energia primaria, pari a 15,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio di energia finale. Con questo decreto si indirizzava la Pubblica Amministrazione verso la riqualificazione energetica dei propri immobili.
Nel Decreto Ministeriale del 26 giugno 2015 – “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici” – è contenuta la tabella che riassume i principali requisiti minimi che un edificio di nuova costruzione o sottoposto a ristrutturazione deve obbligatoriamente garantire a partire dal 2019 per gli edifici pubblici e per il 2021 per tutti gli altri edifici.
I risultati ottenuti in seguito all’attuazione delle numerose norme – sia nazionali sia comunitarie – non sono stati soddisfacenti così l’Unione Europea si è nuovamente espressa, pubblicando in Gazzetta Ufficiale la Raccomandazione (UE) 2016/1318 del 29 luglio 2016. In essa indica gli orientamenti per la promozione degli edifici a energia quasi zero e delle migliori pratiche per assicurare che, entro il 2020, tutti gli edifici di nuova costruzione siano a energia quasi zero.
La Delibera di Giunta regionale n. 1978 del 13 dicembre 2017 dell’Emilia Romagna prevede la concessione di contributi per la realizzazione di interventi per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e dell’edilizia residenziale pubblica così da promuovere:
I progetti ammessi tra il 2018 e il 2018 sono in totale 126. Non si conosce, però, la percentuale di NZEB previsti.
Sempre nel 2017, in Italia è stato approvato il PANZEB – Piano d’Azione Nazionale per Edifici NZEB.
Con il D.Lgs 48/2020 – che ha recepito la Direttiva Europea 844, detta EPBD III – dal 1° gennaio 2021 tutti gli edifici nuovi o quelli su cui si interviene con una demolizione e ricostruzione devono essere NZEB. L’obbligo era scattato già per gli edifici pubblici con scadenza il 31 dicembre 2018.
Come dicevamo l’Emilia Romagna ha anticipato l’obbligo nazionale per cui tutti gli edifici costruiti dal 2017 in poi sono NZEB.
Il Conto Termico al momento è l’unico incentivo statale specifico per interventi che trasformano edifici esistenti – dotati di impianto di climatizzazione – in NZEB (misura 1.E).
La misura prevede la demolizione e ricostruzione, e la possibilità di ampliamento fino a un massimo del 25% della volumetria iniziale. Il tetto massimo di spesa va dai 500 ai 575 €/mq.
Nel 2017 gli interventi NZEB (misura 1E) realizzati dalla Pubblica Amministrazione sono stati 28 col finanziamento statale; nel 2016 erano state solo 7. I dati aggiornati al 1° settembre 2021 – fascia rosa del grafico sotto – ci dicono che finora sono stati finanziati 459 edifici NZEB della P.A. con il Conto Termico. Dunque dal 2017 il numero di richieste è cresciuto davvero molto!
In Italia al 30 giugno 2018 sono presenti circa 1400 edifici NZEB che, rispetto al parco di edifici esistenti non eccede lo 0,03% su base regionale. Nel 2017 erano solo 600.
Come ESCo – Energy Service Company – ci siamo occupati in diverse occasioni di aiutare Pubbliche Amministrazioni a valutare lo stato dei loro edifici pubblici – con la diagnosi energetica – e a richiedere il Conto Termico per trasformarli in NZEB tramite la demolizione e ricostruzione:
Il sistema di isolamento ETICS – External Thermal Insulation Composite System – è di alta qualità ed è certificato a livello europeo. Permette di raggiungere alte performance per l’isolamento verticale e orizzontale, fino ad arrivare ad ottenere un NZEB.
Gli studi hanno dimostrato che questo tipo di isolamento dura anche 30 anni. Per ricevere la certificazione il sistema di isolamento ETICS deve ottenere la marcatura CE e poi essere valutato da un tecnico di EOTA (European Technical Approval Guideline), ente tecnico europeo di riferimento per il settore delle costruzioni.
Se sei una P.A. e vuoi riqualificare energeticamente i tuoi edifici pubblici e trasformarli in NZEB possiamo affiancarti con:
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Ringraziamo Matteo Speranza per aver contribuito a questo articolo con alcuni passaggi tratti dalla sua tesi di laurea specialistica in “Energetica degli edifici e impianti termotecnici” dal titolo “Progettazione e simulazione dinamica di un edificio a energia quasi zero”. Matteo è stato tirocinante presso il nostro Studio e il nostro Ing. Emanuele Pifferi è stato correlatore della tesi.