IL BUILDING INFORMATION MODELING AL CENTRO DEL DIBATTITO AL SAIE 2015
La scorsa settimana, dal 14 al 17 Ottobre 2015, si è tenuta a Bologna il SAIE, la tradizionale fiera dedicata all’edilizia. Quest’anno, come avverrà da qui in poi negli anni dispari, il salone era intitolato SAIE Smart House e dedicato in particolare agli interventi di riqualificazione edilizia e a scala urbana; negli anni pari si terrà invece il SAIE più “classico”, come quello dello scorso anno, più focalizzato sulla costruzione e sull’ingegneria del territorio e delle infrastrutture.
Uno dei temi centrali del SAIE 2015 è stato quello della metodologia BIM. Il BIM, acronimo di Building Information Modeling, è definito come un insieme di tecnologie, processi e politiche che permettono a progettisti, costruttori e operatori di progettare, costruire e gestire un progetto collaborando insieme e verificando i conflitti. L’approccio integrato è il fine ultimo del BIM e di chi si avvale di questi strumenti nelle varie fasi della progettazione e della costruzione.
Il BIM coinvolge infatti l’edificio per tutto il suo ciclo di vita, dalla fase progettuale attraverso la fase di realizzazione fino a quella di uso e manutenzione dell’opera costruita.
Il Building Information Modeling, dal punto di vista tecnico, è una tecnologia basata sugli oggetti e la parametrizzazione degli elementi. Un oggetto BIM può essere immaginato come un contenitore virtuale di informazioni: può contenere informazioni sui materiali con cui è prodotto, le dimensioni, il peso ecc. e al suo interno possono essere inoltre collegati documenti e schede tecniche. Vengono quindi chiamati ‘oggetti intelligenti’. Un muro, ad esempio, nella progettazione tradizionale viene raffigurato in pianta come elemento grafico e dal progetto possiamo ricavarne pochi dati come le dimensioni, la posizione, e qualche informazione di massima sulla sua stratigrafia e sulle sue finiture; un muro creato all’interno di una modellazione che si serve del BIM è invece un oggetto, che si porta dietro informazioni su tutto ciò che può essere utile ai vari attori del processo progettuale prima e costruttivo poi. Cliccando sull’oggetto muro si può vedere nel dettaglio da che materiali è composto, ad esempio, e ad ogni singolo materiale potrebbe essere associata la scheda tecnica con tutte le caratteristiche dello stesso, e i vari progettisti ed esperti di diversi settori (architettonico, acustico, strutturista, energetico) potrebbero dialogare tra loro e integrare le competenze reciproche lavorando su uno stesso oggetto e arricchendolo di specifiche tecniche diverse.
L’avvento del BIM offre anche una grande opportunità per l’analisi energetica dell’edificio. Grazie ad esso i dati di partenza necessari alla valutazione dei consumi e al rilascio dell’attestato di certificazione energetica vengono elaborati partendo dalle informazioni sull’edificio stesso, sfruttando sia le capacità interne del software BIM, sia il supporto di servizi esterni che permettono di verificare in tempo reale le scelte progettuali, proseguendo nella direzione giusta per la creazione di un edificio completamente eco-sostenibile.
Non è solo un software per la progettazione quindi, ma un vero processo di lavoro collaborativo supportato dalle tecnologie digitali che coinvolge tutta la filiera dell’industria edilizia. Per quanto riguarda il contesto italiano, in molti sostengono che il nostro settore abbia accumulato qualche ritardo nell’implementazione e nelle sperimentazioni BIM, un po’ come per la Modellazione Energetica Dinamica. Il dibattito sull’argomento è comunque molto attuale, e i professionisti che si stanno dirigendo verso questo mondo sono sempre di più: sembra che la strada verso una progettazione più integrata e più sostenibile sia ormai tracciata.