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COME VALUTARLO E COME RENDERLO UNO STRUMENTO PER LA PROGETTAZIONE 

La scorsa settimana vi abbiamo parlato delle certificazioni ambientali degli edifici. Uno dei parametri più significativi tra quelli valutati dalle certificazioni LEED e BREAAM  è il comfort interno degli ambienti di un edificio.

La qualità ambientale degli ambienti interni, chiamata anche con l’acronimo IEQ, Internal Envrironmental Quality, è data dalla qualità dell’aria e dal comfort termico, acustico e visivo. Questi sono i fattori valutati dalle certificazioni ambientali, che vogliono garantire una maggiore progettazione integrata e al tempo stesso assicurare un maggior benessere agli occupanti dell’edificio. Non solo: progettando con cura il comfort degli ambienti interni si può ottenere anche un forte risparmio energetico.

Tra i principi generali di valutazione del comfort interno di un edificio, troviamo il benessere termoigrometrico, ovvero la sensazione termica di benessere che un individuo prova in determinate condizioni di temperatura e umidità.  Questa sensazione termica si basa sui meccanismi di scambio termico tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda, con condizioni ambientali che variano continuamente. In sostanza l’uomo, al variare delle condizioni termo igrometriche dell’ambiente in cui vive, deve adattarsi continuamente alle variazioni di temperatura e umidità attraverso il suo sistema di termoregolazione corporea. Nella progettazione di un edificio a elevato comfort interno il bilancio termico tra calore ceduto e ricevuto deve tendere a zero, ossia deve esserci un pareggio tra il calore prodotto dall’organismo per effetto del metabolismo e il calore scambiato con l’esterno.

Un altro parametro  fondamentale per valutare la qualità degli ambienti interni è la qualità dell’aria. Per ottenere un’ottimale qualità dell’aria interna è necessario ventilare adeguatamente l’ambiente. La norma UNI EN 15251 propone tre criteri di valutazione della qualità dell’aria interna differenti da usare in funzione del tipo di ambiente e dei suoi requisiti. Il primo metodo si basa sulla portata di aria esterna per ogni persona presente all’interno dell’edificio basandosi sull’inquinamento prodotto dall’uomo stesso, il secondo sulla portata di aria esterna per unità di superficie basandosi sull’inquinamento prodotto dai materiali componenti l’arredo e le finiture dell’ambiente interno, mentre il terzo si basa sulla concentrazione di CO2.

Ma come vengono analizzati, e quantificati, i parametri per la valutazione del comfort interno?

Importanti criteri di valutazione del benessere termoigrometrico vengono suggeriti da due normative europee e una norma statunitense, rispettivamente:

  • UNI EN ISO 7730, norma che illustra i metodi per diagnosticare le sensazioni termiche generali ed il grado di discomfort degli individui all’interno di ambienti moderati, ovvero in condizioni ambientali favorevole all’uomo.
  • UNI EN 15251, norma che determina i valori negli ambienti interni, attraverso la qualità dell’aria interna, dell’ambiente termico, dell’illuminazione e dell’acustica.
  • ANSI/ASHRAE Standard 55, norma che determina le condizioni in cui una specifica percentuale di utenti valuta le condizioni ambientali dello spazio occupato accettabili. L’obiettivo è quello di identificare la combinazione tra il fattore termico ambientale e le sensazioni personali dell’utenza, determinando il giusto equilibrio per garantire il comfort delle persone che occupano lo spazio.

Per la qualità dell’aria invece sono di riferimento i criteri stabiliti dalla normativa europea UNI EN 15251 che suggerisce il calcolo della ventilazione ottimale e da quella statunitense ANSI/ASHRAE Standard 62.1 che prescrive gli standard della ventilazione dell’aria interna.

La classificazione in categorie di comfort interno avviene in funzione della tipologia di edificio: la categoria I, la migliore, è richiesta ad esempio per edifici di nuova costruzione ed in particolare per gli ambienti occupati da soggetti particolarmente sensibili come bambini e anziani. Ad ogni categoria viene associata una classe di qualità alla quale bisogna aspirare e questa definisce la categoria ottimale di comfort per il nostro edificio. Attraverso una modellazione energetica dinamica del nostro ambiente si calcola la categoria nel quale ricade il nostro edificio e, se il livello calcolato è molto lontano dal target o se rientra per poco in una classe più sfavorevole, si possono progettare interventi migliorativi per aumentarne il livello di comfort interno.

I momenti in cui conviene richiedere la valutazione della qualità degli ambienti interni possono essere:

  1. In fase d progettazione dell’edificio, così da modificare alcune caratteristiche del progetto, seguendo i principi per il comfort interno.
  2. In fase di costruzione, per poter intervenire in corso d’opera sui punti deboli dell’edificio
  3. Quando un ambiente, o l’immobile nel suo complesso, presenti anomalie nel suo “funzionamento” e gli occupanti percepiscano situazioni di discomfort. In questo caso occorre valutare se il problema nasceva dal progetto, che presentava scarsa attenzione al comfort interno, o se è dovuto a errori o imprecisioni in fase di costruzione o manutenzione dell’edificio.

Se sei particolarmente interessato al Comfort interno o hai dei dubbi sulla Qualità Ambientale Interna di un edificio per il quale stai seguendo la fase di progettazione o di costruzione, puoi richiedere a un tecnico specializzato una valutazione del comfort, anche seguendo i criteri della Certificazione LEED ad esempio, per valutare se ci sono errori o problematiche che potrebbero emergere a costruzione ultimata.

Articolo tratto dalla tesi di laurea di Andrea Santoro, ingegnere del nostro team. Titolo Tesi di Laurea: “Il comfort termico come strumento di valutazione nella progettazione degli ambienti interni”, relatore il prof. Luca Guardigli, correlatori Emanuele Pifferi e Alessandro Gober.

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